Basilica Cattedrale S. Maria Assunta in cielo di Oria (Br) – Parte 2^

Continuiamo a raccontarvi  della Basilica Cattedrale S. Maria Assunta in cielo di Oria. A questo link è possibile leggere la prima parte del nostro articolo.

Lungo la navata di sinistra, dalla Cappella del Battistero si accede all’oratorio cinquecentesco dell’Arciconfraternita della Morte ove si contano 11 tele e 4 statue di cartapesta del 1827, raffiguranti i Misteri del maestro Pietro Paolo Pinca, di proprietà del sodalizio. Questi beni vengono considerati parte del patrimonio della Cattedrale a cui l’Arciconfraternita è profondamente legata per la sua storia e i suoi riti.
Una secolare tradizione vuole che le statue siano utilizzate per la processione notturna del venerdì santo, comunemente detta dei Misteri, di cui si ha la rappresentazione in un modellino.
La Compagnia della Morte nasce dopo il 1480, per accorrere in aiuto della città di Otranto vittima dell’invasione turca (*).

Le Tele dell’Arciconfraternita della Morte – Oratorio parete sud

Madonna del Carmine tra i Santi Pietro e Paolo, ambito meridionale – 1696

Madonna con Bambino, ambito meridionale – Sec. XVI

Santi davanti al  Crocifisso, ambito locale – 1777

Santi con lo Spirito Santo, ambito locale – 1777

Madonna dell’Anima, ambito meridionale – Sec. XVI

Le statue raffiguranti i Misteri, Pietro Paolo Pinca – 1827

Cripta dell’Oratorio

Da qui, attraverso una scalinata, si scende alla cripta detta delle “Mummie”, in cui si conservano i corpi disidratati di alcuni confratelli delle varie epoche, vestiti con la loro divisa nera ed appesi nelle nicchie che si aprono lungo le pareti.

Gli scheletri della castellana, Francesco Pittelli (attribuito) – 1922/3

Ipogeo

Sulla parete di fondo si apre l’ambiente Ipogeo che, oltre ai reperti archeologici venuti alla luce in fase di restauro, ospita una collezione di pezzi litici provenienti dalla chiesa di S. Giovanni dei Celestini. Dell’arredo della vecchia chiesa sono rimasti solo 7 mezzibusti lignei, dei 15 documentati nel 1862, commissionati dal vescovo Fornari per la cappella di S. Carlo Borromeo. Normalmente custoditi negli Ipogei ed esposti solo per la festività di Ognissanti, essi raffigurano S. Crisanto, S. Daria, S. Lorenzo, S. Andrea, S. Giacomo minore, S. Pietro e S. Agostino.

Nell’Ipogeo trovano anche posto il grande crocifisso di ghisa d’ambito francese degli inizi del XX sec. e la statua a “macennula” dell’Addolorata Velata del 1812.

 

 

Pinacoteca Episcopalis

Il coltissimo vescovo Alessandro Maria Kalefati, allo scopo di dare lutro alla cattedra di Oria, commissionò a Samuele Tatulli, una collezione dei vescovi-arcivescovi oritani e brindisini a cui si aggiunsero i vescovi di Oria dopo la separazione canonica delle due diocesi, promulgata il 10 maggio 1591 da Gregorio XIV.

Nella sala del Coretto ci sono i 46 ritratti vescovili della Pinacotheca Episcopalis, attribuiti al Tatulli, di cui ci limitiamo ad esporre solo alcune tele tra le più significative.

Ritratto del vescovo Paolo, Samuele Tatulli, Sec. XVIII (cittadino oritano e primo vescovo di Oria)

Ritratto del vescovo Teodosio, Samuele Tatulli, Sec. XVIII (nacque in Oria  il 14 agosto 814 e perfezionò i suoi studi a Costantinopoli  dove fu apprezzato dall’imperatrice Teodora. Nell’854 tornò ad Oria dove divenne successore di Paolo. Edificò in Oria la chiesa dei SS. Crisanto e Daria, la cripta di S. Barsanofrio Ab. e, in Brindisi, un tempio sulla tomba di S. Leucio. Morì in odore di santità)

Ritratto dell’arcivescovo Giovanni Pietro Carafa – Samuele Tatulli, Sec. XVIII (Discendente dai conti di Montorio, eletto nel 1518 arcivescovo di Oria e Brindisi. Divenne papa nel 1555 prendendo il nome di Paolo IV)

Ritratto dell’arcivescovo Pellegrino I, Samuele Tatulli, Sec. XVIII (il prelato rivolge lo sguardo al discepolo, ritratto di profilo, che raffigura il giovane Imperatore Federico II)

Museo Kalephatiano (**)

con 20 ritratti di Papi e glorie diocesane. In totale si contano sedici tele, di cui non si conosce il criterio seguito nello scegliere i pontefici da ritrarre. Da notare che, solo su nove tele c’è lo stemma del Papa ritratto con le sue note biografiche. Tutte le tele sono copie o rimodulazioni di opere di pittori celebri.

Ritratto del Papa Sisto V, ambito napoletano – Sec. XVIII

Ritratto del Papa Innocenzo VIII, ambito napoletano – Sec. XVIII

Ritratto del Papa Clemente XII, ambito napoletano – Sec. XVIII

Ritratto del Papa S. Pio V, ambito napoletano – Sec. XVIII

Ritratto del Papa Urbano VII, ambito napoletano – Sec. XVIII

Ritratto del Papa Sisto IV, ambito napoletano – Sec. XVIII

Ritratto del Papa Clemente VIII, ambito napoletano – Sec. XVIII

Ritratto del Papa Clemente XIII, ambito napoletano – Sec. XVIII

Basilica Cattedrale S. Maria Assunta in cielo di Oria (Br) –  parte 1^

(*) Quando l’Impero Ottomano sotto il comando del sultano Maometto II il Conquistatore, cercò di espandersi in Europa attraverso la conquista di Otranto. La città, difesa da una guarnigione di circa 700 soldati, fu presa d’assalto dalle forze turche, composte da un esercito di diverse migliaia di uomini. Nonostante la strenua resistenza dei difensori, Otranto cadde dopo due settimane di assedio. Gli abitanti della città furono massacrati o presi prigionieri, e la città fu saccheggiata. Tuttavia, l’occupazione turca di Otranto fu di breve durata. Nel 1481, una lega militare costituita dagli stati italiani sotto l’egida del Papa Sisto IV, lanciò una controffensiva per riprendere la città. Dopo un lungo assedio, Otranto fu liberata e le forze turche furono cacciate dalla regione.
Molti soldati turchi tornarono in patria. Altri, invece, rimasero in Italia, per timore di una punizione per la resa accettata. Per combattere questa presenza residua sul territorio nasceva, nel 1484, la Confraternita della Morte.

(**) Alessandro M. Kalephati iniziò, probabilmente, a raccogliere materiale per un suo museo personale durante il periodo napoletano, ancor prima del suo episcopato. Divenuto vescovo di Oria portò con sè ciò che aveva accumulato, e, tra le altre cose, anche la collezione di ritratti con la quale arredò le Sale di Rappresentanza dell’Episcopio oritano.

Abstract:

Pino Malva, La via di Maria. Tip. Tiemme – Manduria, 2008;

Pino Malva, Il patrimonio pittorico della Basilica Cattedrale di Oria

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